Nonostante anni di servizio su Marte, il rover Curiosity della NASA continua a fare scoperte spettacolari. Di recente, gli scienziati hanno scoperto uno dei dati più “interessanti” raccolti da Rover. Queste sono le impronte di carbonio che hanno trovato sui campioni analizzati Curiosità. Secondo la NASA, queste firme potrebbero essere “correlate a processi biologici”.
Come capisci, qui stiamo parlando delle “possibili” prove dell’esistenza della vita su Marte. Gli scienziati hanno scoperto 30 campioni di roccia raccolti dal rover tra il 2012 e il 2021. Hanno scoperto molecole organiche uniche associate alla vita sulla Terra. In queste molecole, gli isotopi del carbonio 12 sono stati utilizzati dagli organismi terrestri per metabolizzare il cibo o per effettuare la fotosintesi.
Uno studio che descrive la scoperta di queste molecole è stato pubblicato sulla rivista Processi dell’Accademia Nazionale delle Scienze.
Origine delle molecole
I ricercatori hanno una teoria sull’origine delle molecole trovate su Marte. Secondo questa teoria, i batteri antichi potrebbero aver rilasciato metano nell’atmosfera. Successivamente, i raggi UV sono stati in grado di convertire questo metano in molecole più complesse che sono cadute a terra per proteggere la roccia.
Secondo il ricercatore della Penn State e primo autore dello studio, Christopher House, i processi attraverso i quali questa firma di carbonio è stata trovata sulla Terra e su Marte sono biologici.
Nessuna pioggia
Di fronte a questa scoperta, gli scienziati sono cauti. Secondo loro, questa non è una prova definitiva dell’esistenza di Marte.
Secondo Paul Mahafi, un ex analista capo della SAM di Curiosity o dell’analisi del campione di strumenti su Marte, ci sono alcune cose molto interessanti su Marte, tuttavia, sono necessarie molte più prove per dimostrare che la vita è stata identificata.
Pertanto, gli scienziati ora cercheranno di trovare spiegazioni o eliminare quelle che non corrispondono ai risultati. Per questo, devi avere una visione indipendente per vedere la terra.
Come spiega Jennifer Eisenhower, astronoma e coautrice del Goddard Space Flight Center della NASA, la parte difficile è in realtà studiare le basi della chimica, della fisica e dell’ambiente di Marte, lontano dalla Terra e dalle precipitazioni. Disse anche che la mente dovrebbe essere aperta e pensare in modo diverso.
Fonte: Il futuro
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